Airbnb, BlaBlacar, JustEat, Car2go. Ma quanto è diversa la vita da quando c’è la sharing economy?
Possiamo affittare una casa dall’oggi al domani, mangiare sushi comodamente seduti sul divano nel giro di mezz’ora da quando veniamo assaliti da un’irrefrenabile voglia di pesce crudo, e possiamo tornare a casa nel cuore della notte quando piove e degli autobus neanche l’ombra, tutto grazie a queste app. Non solo. La sharing economy ha cambiato il nostro modo di pensare e di “esigere”, ma ha soprattutto creato un contesto fiscale nuovo e difficile da inquadrare.
App come Airbnb nascono per semplificarci la vita, ma poi c’è chi subodora reali possibilità di guadagno e subito ne fa un mestiere. Forse non sapete, infatti, che esistono persone pagate per fare da host ai clienti Airbnb. Persone che arrotondano, ma anche qualcosa in più, accogliendo gli ospiti e dando loro le chiavi, offrendo un’ospitalità impeccabile e facendo così salire la reputation dell’utente/host, fondamentale per attirare nuovi affittuari.
La stessa cosa è successa o (per quanto riguarda l’Italia stava per succedere) con Uber. Una piattaforma per offrire passaggi informali si è trasformata in una minaccia o, presunta tale, per i tassisti del nostro Paese che si sono ribellati e hanno fatto chiudere i battenti al servizio che, invece, nel resto del mondo funziona benissimo e ha reclutato migliaia di autisti che portano a casa un vero stipendio grazie ai passaggi dati qua e là in giro per la città. Per non parlare di Blablacar che è sotto accusa da parte di molte compagnie di trasporto per la concorrenza sleale che a detta loro produce.
Notizia freschissima è la nascita di Walà per ora attiva solamente a Milano. Si tratta dell’app sharing dedicata ai fattorini. Walà è una delivery community, infatti. Tutti possono diventare fattorini di qualsiasi cosa (o quasi). Si basa sulla disponibilità degli utenti iscritti come runner a portarti ciò che hai richiesto, dove lo hai richiesto.
Da utente potrai decidere di acquistare dal tuo negozio preferito o da un negozio nelle vicinanze un prodotto che non hai tempo, modo o voglia di andarti a prendere, mentre qualcuno sarà ben felice di portartelo a casa o sul luogo di lavoro o dovunque voi siate. (a patto che sia a Milano). La cosa interessante è la possibilità di stabilire da parte di chi si offre come fattorino, una mancia arbitrariamente decisa da chi trasporta la merce. Potere ai rider quindi!
Si, ma quello che ci chiediamo e come sarà gestita questa situazione, fiscalmente parlando. Dato che le mance non sono tassate sul nascere da Walà, come si terrà traccia dei pagamenti per la regolare contribuzione? Il problema non si porrebbe per chi arrotonda con l’app mentre porta avanti gli studi, ma cosa succederebbe se, come spesso accade, la piattaforma dovesse avere molto successo ed essere utilizzata come “facilitatore” per consegnare addirittura le proprie merci con qualche trucchetto e profilo in più?
Siamo assolutamente convinti che la sharing economy sia un passo avanti e non un problema, ma come tutte le piccole rivoluzioni, dopo un iniziale periodo di vuoto normativo fisiologico, necessiti di una “regolata” per non penalizzare gli altri attori del mercato e soprattutto per creare utilizzi impropri e non del tutto “legali” del concetto di share!