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Se la SEO non basta più mettici del tuo

Lavorando nel marketing da molti anni, ho avuto a che fare con diversi copywriter e con il tremendo spauracchio della SEO (Search Engine Optimization): una risorsa e una croce al tempo stesso.

Chi scrive per mestiere, solitamente, lo fa per passione. Ama le parole e riesce a trovare quelle perfettamente calzanti in ogni situazione, per ogni cliente, anche quando l’argomento non è dei più stimolanti. Si tratta di un lavoro di ingegno e di ricerca preliminare, di ridefinizione; lo definirei l’operato di un artigiano della parola.

Ora potete immaginare come la logica delle keywords e dei misteriosi algoritmi di ricerca abbia procurato una grande frustrazione a chi lavora con la creatività nel mondo della scrittura. Scrivere per la SEO equivale a chiedere a un pittore di fare un quadro utilizzando solo linee rette. Limitativo è un eufemismo.

Il problema è che, non solo fare SEO copywriting è noioso, ma spesso è anche poco utile per come viene fatto in molte agenzie. Per fortuna, infatti, Google e i suoi algoritmi sono molto più intelligenti di quanto pensiamo. Non basterà scrivere ripetutamente la stessa parola chiave, magari scopiazzando qua e là da contenuti altrui: questo non è copywriting e per di più Google comprenderà il giochetto e penalizzerà il contenuto in questione.

La produzione di contenuti è un’arma incredibile, soprattutto per i business di piccole e medie dimensioni. Permette un contatto diretto e genuino con l’utente, che non ama leggere testi ripetitivi e piatti. Se è vero che per essere letti bisogna essere trovati e che la scelta dei termini risulta comunque importante, altrettanto vero è che essere trovati non basta!

La SEO esiste e bisogna farci i conti. Ma quando si parla di contenuti editoriali e di content marketing, bisogna fidarsi di chi lavora sulla lingua affinché sia efficace per chi la legge, più che per chi la analizza. L’indicizzazione sta a cuore all’azienda e al copy, che vuole vedere riconosciuto il proprio lavoro ma che deve anche godere della propria autonomia. Dev’essere libero di diradare le parole chiave e sfruttare gli ornamenti della bella scrittura, perché paga; per lo stesso motivo, riceve più click uno status Facebook da 2000 caratteri piuttosto che una frase urlata e colorata. Le persone apprezzano la complessità di pensiero e si addentrano volentieri in discorsi ricchi di spunti e rimandi. Dopo aver sottovalutato i celebri algoritmi di ricerca, non sottovalutiamo anche la curiosità delle persone.

Se parliamo di copywriting si presume che ci sia un prodotto/servizio da vendere o un’azienda da far conoscere.

Chi si farebbe convincere da un testo che scade nel keyword stuffing (eccesso di ripetizioni della parola chiave) e non dice nulla di nuovo o coinvolgente?

Il rapporto cliente/azienda è oggi più che mai un rapporto di fiducia. Tra migliaia di aziende a portata di click, io scelgo quella che cura ciò che fa e lo fa per me che leggo.

Come ha detto Bill Gates:

Content is King.

E scrivere è un’arte, non un algoritmo.

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Social Strategia Tendenze

I numeri sui social: qualità o quantità?

Oggi una delle cose più importanti nel mondo digitale è il pubblico che abbiamo. Ricevere il consenso e misurare la sua consistenza, quantificare l’interesse che si riceve, sono tutti indici utilissimi che ci descrivono il successo o meno della nostra attività sul web. Anche perché, alla base delle interazioni online, c’è una componente “residua” del mondo offline: la fiducia. Infatti, soprattutto nel mondo digitale – dove l’interazione è mediata da macchine – diventa importante stabilire un rapporto basato sulla fiducia.

La quantificazione di questi indici si traduce, banalmente, in numeri. Numeri che possono tradurre una situazione reale oppure fittizia, e che quindi potrebbero potenzialmente falsare la nostra analisi. Se comprendiamo che descrivono una situazione con reale riscontro nella realtà, allora possiamo davvero trarne beneficio, sia per migliorare il tiro, sia per capire i nostri punti di forza.

Da cosa sono dati i numeri reali (o realistici)? Dall’interazione degli utenti. Se questa interazione, questa partecipazione e questo coinvolgimento derivano davvero dall’entusiasmo degli esseri umani che stanno dietro alle macchine, saranno click che condizioneranno sicuramente gli algoritmi, facendoci capire il valore del contenuto (o del prodotto) che proponiamo.

La visibilità, quindi, dev’essere ottenuta organicamente, come frutto di condivisioni e conversazioni online, cioè di click che aprono il contenuto e mostrano per questo un reale interesse degli utenti.

Non si tratta di una faccenda puramente matematica: le interazioni sono importanti per il loro livello umano. Le interazioni degli utenti, delle persone, sono la base sulla quale costruire un rapporto con loro, uno scambio che può generare l’opportunità. Non c’è insomma da elogiare troppo pagine con migliaia di follower se, in quanto a rapporti, contano invece poche interazioni. Meglio avere meno seguaci, o fan – chiamateli come volete – ma attivi, che mostrino un interesse per ciò che proponete.

Ma come si fa la differenza in un mondo social sempre più popolato? Bisogna fare un confronto fra il numero di fan e quello delle loro interazioni, fra apprezzamenti, condivisioni e commenti. I social media non rappresentano solo un mondo di numeri e bit, ai social media corrispondono ambienti e persone fisiche. È il vostro atteggiamento che definisce il successo del vostro Personal Branding.

Più penserete alle persone, più avrete da loro risultati e riscontri. Più penserete alla moltitudine di emotività dietro ai click, più vi sarà chiaro come attirarli. Aprite la vostra mente e sentirete “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.

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Social Strategia Tendenze

Mercati esteri e Social Media

Mi piacerebbe condividere con voi una riflessione sulla connessione tra l’internazionalizzazione e i social media.

Un’azienda che ha come obiettivo il mercato mondiale non può astenersi dall’approfondire lo studio di una strategia di comunicazione legata all’utilizzo dei social media nelle varie nazioni di riferimento.

Con il termine internazionalizzazione si intende il processo attraverso il quale le aziende instaurano diverse relazioni nei paesi interessati. Diventa fondamentale perciò seguire l’andamento dei social per poter definire la strategia più adeguata alle nostre esigenze.

social media sono diventati strumenti attraverso i quali è possibile individuare ciò che un determinato target richiede a un prodotto. Possono supportare le imprese nelle fasi di inserimento nei diversi mercati, dato che alla base del loro funzionamento vi è la relazione, che ne diventa l’elemento chiave.

L’utilizzo dei social permette di accrescere la brand awareness, cioè la percezione del marchio, riducendo le incertezze e i rischi dell’ingresso nei mercati internazionali.

È necessario che le aziende investano in questi mezzi consapevoli delle effettive opportunità che offrono.

Investire nei social media significa puntare alla creazione di network internazionali creando una strategia di comunicazione attenta sia alle conversazioni sul web sia all’analisi delle ricerche attraverso i motori di ricerca, per intuire ciò che i potenziali clienti vorrebbero. Lo studio dettagliato di questi dati permette di raggiungere i target e i Paesi in cui vogliamo spingere i nostri prodotti.

Affidarsi a dei professionisti sarà fondamentale, poiché vi aiuteranno a definire gli strumenti più utili alle vostre strategie di business.

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Tendenze Web

Perché rivolgersi a dei professionisti per realizzare il proprio sito web

Un sito web è una vera e propria vetrina di presentazione per i propri prodotti e servizi.

Sia per le piccole attività che per le grandi aziende è quindi fondamentale curare questo strumento in modo adeguato, considerando anche che spesso il primo contatto con un un cliente è digitale e il sito web può determinare l’opinione su un’azienda o un professionista. In un mondo dominato dall’immagine, la scelta di acquistare un prodotto o avvalersi di un servizio sarà largamente dettata da questa opinione iniziale.

Esistono molte piattaforme online dove è possibile creare siti web con un bassissimo investimento, ma rivolgersi a dei professionisti presenta numerosi vantaggi.

Decidere di essere presente online significa esporre il proprio marchio o la propria professionalità al mondo del marketing e della comunicazione sul web, che segue regole precise. La facilità con cui gli utenti si scambiano pareri su prodotti e servizi, ad esempio, può favorire il proprio business oppure pregiudicarlo in modo importante.

Dotarsi quindi di un sito web costruito secondo determinati criteri e pensato per rispondere alle specifiche esigenze dell’azienda o del professionista significa avere a disposizione un potente strumento con il quale raggiungere la propria clientela.

Come ho detto, la realizzazione di siti web di scarsa qualità non è la scelta migliore. Può darsi che inizialmente si preferisca risparmiare o non si senta il bisogno di avere un sito web molto strutturato, ma così si rischia di incorrere in situazioni complesse e spiacevoli. Un sito web dev’essere funzionale e permettere un facile accesso ai contenuti da parte degli utenti; si tratta quindi di dotarlo di specifici requisiti da scegliere in base al tipo di attività da promuovere. Una di queste caratteristiche può essere che il sito sia responsive e che quindi le dimensioni del layout di pagina si adattino alle dimensioni dello schermo del device usato dagli utenti.

Inoltre, in un mondo sempre più visuale, è necessario che il sito web presenti la giusta dose di creatività, in modo da essere immediatamente riconoscibile e attirare l’attenzione dei potenziali clienti.

La scelta del tipo di sito da realizzare dev’essere sempre preceduta da un’attenta analisi delle esigenze di comunicazione e di vendita dell’attività che lo richiede. Per alcuni tipi di business, decidere di vendere direttamente i propri prodotti online attraverso un e-commerce può davvero essere la scelta vincente, mentre per altri la scelta migliore è dotarsi di un sito web che preveda un blog con cui diffondere notizie di settore al target di riferimento, fermo restando che il concetto di sito vetrina è sempre valido quando si vuole solo avere una presenza digitale di rappresentanza.

Qualunque sia il proprio tipo di business, rivolgersi a dei professionisti per realizzare un sito web è la scelta migliore. Dopo un’analisi attenta, infatti, si avranno a propria disposizione competenze tecniche e creative per ottenere il sito migliore per la propria attività. Il rischio, altrimenti, è di intaccare la propria immagine professionale o aziendale, mancando completamente gli obiettivi che ci si era prefissati.

Che sia un semplice sito vetrina, una presentazione digitale, un blog dove far valere la tua competenza e la tua reputazione, un e-commerce con cui creare un nuovo mercato per i tuoi prodotti, la strada è sempre una sola: fare un sito di qualità, che non sia percepito come un fondo di magazzino o un negozio in disuso.

Entreresti in un negozio o in un capannone in disuso? Faresti affari con un fornitore che ha una sede in avanzato stato di degrado?

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Strategia Tendenze

L’importanza del marketing legato al sales

Per un’azienda, piccola o grande che sia, fare marketing significa principalmente adottare strategie mirate a un aumento delle vendite.

Troppo spesso, invece, noto che l’attenzione si focalizza in modo preponderante sugli aspetti legati all’immagine aziendale e alla comunicazione nel suo complesso, trascurando che è altrettanto importante investire tempo e risorse per trovare strumenti con cui intercettare potenziali clienti.

Qualunque sia il mercato di riferimento, oggi un’azienda si distingue dalle altre per l’integrazione di diversi aspetti: un certo posizionamento, una strategia di comunicazione e specifici canali di vendita.

Le leve del marketing permettono non solo di sostenere un’azienda nel suo business ma soprattutto di espanderlo, tenendo presenti alcuni fattori. Innanzitutto il panorama in cui le aziende si trovano a operare è profondamente cambiato negli ultimi anni a causa di fenomeni come la globalizzazione e l’innovazione tecnologica. Non solo, per le stesse ragioni i bisogni dei clienti sono mutati e in continua evoluzione. Qualsiasi azienda è chiamata ad adattarsi a queste profonde trasformazioni, se non vuole rischiare di ritrovarsi prima o poi fuori dal mercato, non sapendo più rispondere alle esigenze del proprio tempo.

Su questi temi molto spesso le aziende dimostrano di essere carenti, anche se inconsapevolmente. Cercano di raggiungere i clienti come avveniva in passato, quando questo non è più possibile, o adottano le stesse strategie di marketing con scarsi risultati il più delle volte. È invece importante ridefinire costantemente i propri obiettivi di vendita e mantenersi aggiornati sulle strategie, per rimarcare la propria presenza sul mercato e prestare ascolto alle nuove opportunità che offre.

Per questo richiedere una consulenza a professionisti che da anni si muovono in questi nuovi contesti può consentire a un’azienda di stare sempre al passo coi tempi.

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Internet e l’informazione

Grazie alla comunicazione digitale le notizie si diffondono molto più velocemente di quanto accadesse in passato. Per questo oggi siamo immersi in un contesto con una grande varietà di fonti e contenuti.

L’informazione attuale è sempre meno a imbuto e sempre più a rete. Inoltre, con l’avvento dei social network la comunicazione segue un percorso contrario a quello del flusso tradizionale. Se in passato c’erano alcune fonti molto autorevoli che comunicavano ai cittadini, oggi accade anche il contrario, soprattutto sui social: i messaggi si spostano dagli utenti agli account di chi fornisce servizi di informazione.

Sul web le notizie viaggiano molto velocemente e provengono da diverse fonti, non solo testate giornalistiche e media tradizionali ma anche siti web di informazione libera, blog personali e aziendali.

In questo contesto, caratterizzato da un flusso costante di comunicazioni, non è facile distinguere le fonti affidabili da quelle che non lo sono. Proprio per questo Google ha recentemente oscurato 200 siti che diffondevano notizie false, con l’intento di promuovere un’informazione veritiera. Attraverso i controlli con Adsense, Google lavora per impedire che i siti di junknews prendano piede. Purtroppo, però, la tecnologia si basa su algoritmi e talvolta commette errori, considerato anche che distinguere i siti con contenuti chiaramente falsi da quelli con informazioni ai limiti della correttezza sta diventando sempre più complesso.

È proprio di questi giorni il caso di ByoBlu, un blog di informazione libera a cui è stato bloccato l’uso di Adsense scatenando una massiccia contestazione sulle metodologie “da bavaglio mediatico” imposte da Google.

Le testate tradizionali e i giornalisti, forse per troppo tempo cullati dall’idea di un mondo che non esiste più, hanno fatto finta che nulla fosse cambiato e troppo spesso si sono lasciati andare a critiche e severe prese di posizione. La torre d’avorio dell’informazione di qualità, però, si sta lentamente sgretolando sotto i colpi di maglio degli editori e della necessità di rincorrere il clic pubblicitario.

Troppi utenti ormai si lamentano delle logiche di “click-baiting” che testate – anche prestigiose – utilizzano per raccogliere qualche impression in più da mostrare ai centri media. Quotidiani che una volta si facevano vanto di non pubblicare una foto a colori sulla loro carta, oggi mostrano su pagine di notizie di cronaca, a volte anche gravi, link ad altre news di tutt’altro spessore, spesso corredate da foto a dir poco esuberanti.

La caratteristica del web è stata dare a tutti le stesse opportunità di comunicazione e troppi utenti hanno pensato di poter fare i giornalisti online. Forse è arrivato il momento che i giornalisti diventino meno utenti e tornino a fornire notizie di qualità: quella qualità fondamentale per eliminare il fenomeno delle junknews dalle bacheche degli utenti!

È evidente, quindi, che il mondo dell’informazione è profondamente cambiato e oggi più che mai anche per le aziende è importante comunicare sul web in modo professionale.

La diffusione di notizie false sulla propria attività, infatti, può avere importanti ricadute in termini di brand reputation; per questo è essenziale affiancare alla creazione di contenuti di qualità un monitoraggio costante di ciò che consumatori e competitors dichiarano sul web. Affidarsi a un’agenzia di creazione di contenuti di marketing diventa quasi un obbligo per evitare la trappola della disinformazione digitale.

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Tendenze

Cosa intendiamo quando parliamo di Assessment

Nell’area delle risorse umane l’assessment è la fase in cui si valutano le potenzialità espresse e inespresse del candidato.

Nel caso di un’azienda o di un professionista che richieda una strategia di comunicazione digitale, per assessment si intende un lavoro di analisi della sua attuale presenza sul web, del mercato di riferimento e dei competitor.

Diversi aspetti vengono presi in considerazione durante questa analisi: il linguaggio utilizzato, i contenuti già presenti sul web e il target di riferimento sono solo alcuni.

Solo partendo da un’accurata analisi iniziale si possono avere tutti gli elementi necessari a costruire una strategia digitale personalizzata e ottenere i risultati attesi dal cliente, come un miglioramento delle vendite o della brand awareness.

La strategia di comunicazione in ambito digital assume concretezza in una pianificazione che stabilisce tempistiche, strumenti, mezzi e canali di comunicazione in base alla specifica azienda.

L’assessment, quindi, è una fase indispensabile perché permette di usare i canali più appropriati e monitorare i risultati nel tempo.

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Social Strategia Tendenze

Perchè ha senso fare instant communication di un evento

Venerdì 13 ottobre si è svolto l’E-Commerce Day 2017, per il terzo anno consecutivo al Mirafiori Motor Village di Torino. Villa Consulting ha partecipato come partner ufficiale dell’evento per l’instant communication. Ma a cosa serve fare instant communication di un evento?

Ad aumentare il buzz intorno all’evento e ai brand che partecipano.

  • Riunisce la community che ruota intorno all’evento e la stimola a fare network attraverso commenti e condivisioni. Al tempo stesso permette anche a chi non può essere presente di assistere all’evento o di coglierne gli spunti più importanti.
  • Consente a chi è in sala di condividere e commentare quanto accade, arricchendo l’intervento con link e approfondimenti.
  • Fornisce un buon engagement sui vari live-post: possono nascere nuove collaborazioni o si può aumentare il numero di follower che vengono a conoscenza della nostra azienda tramite la ricondivisione da parte di altre realtà o dall’account ufficiale dell’evento.

Inizio dicendo che l’instant communication non è una live di Facebook! Chiariamoci immediatamente. Per quanto siano molto di moda e molto carine da farsi (spesso più da farsi che da vedersi, ahimé), le live sono semplicemente un succedaneo social dello streaming. L’instant communication, per come lo intendiamo noi, è un reportage social di quanto succede all’interno dell’evento. Un vero e proprio racconto live dei principali temi, degli approfondimenti e delle curiosità che un evento e i suoi relatori raccontano alla platea. Il tutto trasmesso dentro il mondo social con tutte le relative dinamiche di amplificazione, dialogo e interazione.

Come ben sappiamo, i social sono tutti diversi tra loro e al di là delle varie infografiche che ci raccontano lo stato dell’arte di quello specifico social, non tutti sono adatti a un certo tipo di comunicazione. Per l’instant communication il social che la fa veramente da padrone è sicuramente Twitter.

Twitter non attraversa un bel momento, lo sappiamo, ma il live tweeting è ancora il suo miglior proposito per la sopravvivenza. Negli anni lo abbiamo visto nei contesti più disparati.

Ha dato una spinta agli ascolti di trasmissioni come X-Factor e alla fiction Braccialetti Rossi, dove gli stessi membri del cast sono intervenuti per incuriosire i fan e confrontarsi con loro. Viviamo nell’era del multitasking e restarcene sdraiati sul divano non ci basta più; ci prudono le mani e restare immobili davanti alla TV non è più un’opzione contemplata: preferiamo tenerle impegnate a digitare sui telefonini e principalmente sui social. Condividere è ancora una volta la parola d’ordine, vogliamo dire la nostra su tutto e non sentirci mai soli, nemmeno sul divano di casa.

Ma per il B2B che significato può avere? Per un evento business in cui vengono trattati argomenti specifici e con finalità commerciali, quali possono essere le leve da usare per stimolare il dialogo e creare quel famoso rumore di fondo di cui parlavamo all’inizio? Sicuramente l’obiettivo non è far passare il tempo agli spettatori né tanto meno farli sentire meno soli. Come dicevamo prima, l’obiettivo è coinvolgere la platea facendola sentire parte integrante di uno “stream di comunicazione” in cui loro sono autori, produttori e distributori. Lanciare provocazioni, chiedere l’opinione sugli argomenti di cui si sta dibattendo in sala, mescolare contenuti editoriali a contenuti visivi per rafforzare la forza della comunicazione, spingere su account e hashtag per favorire il dialogo e convogliare nello stesso canale tutte le comunicazioni spontanee, rispondere ai messaggi e favorire la propagazione dei contenuti istituzionali e user generated… insomma, il live posting è un’attività che va architettata e preparata nei minimi dettagli perché possa definirsi marketing.